30 novembre 2025

Liminalità “sulla soglia 2009” (colore)

 

Liminalità  “sulla soglia 2009”

 

La spiaggia deserta, avvolta nel grigio dell’inverno , dove il silenzio è rotto solo dal rumore incessante del mare, E’ un luogo selvaggio, privo della presenza umana ma intriso delle tracce invisibili e tangibili del suo passaggio. L’aria è fredda, tagliente, e l’orizzonte si perde tra cieli grigi e foschia.

Il paesaggio e plasmato dalla furia dell’acqua, che ha strappato radici, portato a riva tronchi enormi, scheletri di alberi che sembrano raccontare una storia di tempeste passate. Questi relitti di legno si ammucchiano in cumoli disordinati, come monumenti naturali a un tempo sospeso, li sulla soglia dove la terra incontra l’acqua.

Si percepisce un senso di liminalità, uno spazio di soglia sospeso fra due mondi. Qui non si entra mai davvero, ma si attraversa un confine invisibile dove il tempo sembra dilatarsi. Il vuoto non e desolazione, ma una pausa respirata, un respiro profondo che invita all’ascolto. Le tracce dell’uomo sono sparute: qualche impronta, pezzi di reti, di corda, recinzioni abbattute, bidoni arrugginiti, un guanto di gomma, un vecchio pallone, ecc.

Camminando tra questi spazi si sente una vertigine sottile, la consapevolezza di trovarsi sul delicato confine dove la natura si riappropria di tutto. L’odore è pungente, un misto di alghe, sabbia bagnata e legno, un profumo antico che parla di vita e di morte intrecciate. Il cielo, a volte basso e compatto, altre volte squarciato da fasci di luce, dà al paesaggio un’aura quasi mistica.

Il rumore del mare è una presenza viva, che plasma continuamente questa soglia. Ogni onda ridisegna i contorni del confine, spostando pezzi di legno, scavando nella sabbia, facendo nascere e morire barriere naturali. Il mare è come un vecchio pittore instancabile, che dipinge paesaggi irregolari e sempre nuovi, senza un cuore umano a contenerli.

In questo territorio liminale, la solitudine è colma di significati. Non è vuoto, ma pieno di tensione, di una forza primordiale che respira, che chiama a fermarsi e a sentire, a osservare quel dialogo continuo tra mare e terra, tra presenza e assenza. Qui la natura parla in ogni granello di sabbia, in ogni tronco ammucchiato, una testimonianza di sopravvivenza, di trasformazione.

Sono luoghi in cui l’anima si può perdere e ritrovare, sospesa tra ciò che e stato e ciò che sarà, in un eterno mutamento. La spiaggia selvaggia invernale, custode di segreti antichi, mosaico di vuoti pieni di storia, invita a riflettere sul fragile confine tra uomo e natura, e sul rispetto che questa forza indomita merita.

 

 

 

“Liminalità – Sulla soglia” presenta oltre 90 fotografie dai toni morbidi e pastello, focalizzate su ambienti di transizione e spazi liminali, sia reali sia simbolici. L’uso controllato del colore, applicato in gamma attenuata, enfatizza micro-variazioni luminose e tensioni percettive. Le immagini sono costruite con particolare attenzione alla profondità di campo, alla composizione per piani e alla gestione delle zone di incertezza visiva. Il percorso espositivo invita a una lettura rallentata, orientata all’analisi dei dettagli marginali e dei passaggi interstiziali. La mostra studia i momenti di sospensione e trasformazione, traducendoli in un racconto visivo coerente che indaga la soglia come fenomeno spaziale, temporale e percettivo.

 

Sergio Sartori afi bfi































































































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