L i m i n a l i t à
"sulla soglia 2009"
La spiaggia deserta, avvolta nel grigio
dell’inverno , dove il silenzio è rotto solo dal rumore incessante del mare, E’
un luogo selvaggio, privo della presenza umana ma intriso delle tracce
invisibili e tangibili del suo passaggio. L’aria è fredda, tagliente, e
l’orizzonte si perde tra cieli grigi e foschia.
Il paesaggio e plasmato dalla furia dell’acqua,
che ha strappato radici, portato a riva tronchi enormi, scheletri di alberi che
sembrano raccontare una storia di tempeste passate. Questi relitti di legno si
ammucchiano in cumoli disordinati, come monumenti naturali a un tempo sospeso,
li sulla soglia dove la terra incontra l’acqua.
Si percepisce un senso di liminalità, uno
spazio di soglia sospeso fra due mondi. Qui non si entra mai davvero, ma si
attraversa un confine invisibile dove il tempo sembra dilatarsi. Il vuoto non e
desolazione, ma una pausa respirata, un respiro profondo che invita
all’ascolto. Le tracce dell’uomo sono sparute: qualche impronta, pezzi di reti,
di corda, recinzioni abbattute, bidoni arrugginiti, un guanto di gomma, un
vecchio pallone, ecc.
Camminando tra questi spazi si sente una
vertigine sottile, la consapevolezza di trovarsi sul delicato confine dove la
natura si riappropria di tutto. L’odore è pungente, un misto di alghe, sabbia
bagnata e legno, un profumo antico che parla di vita e di morte intrecciate. Il
cielo, a volte basso e compatto, altre volte squarciato da fasci di luce, dà al
paesaggio un’aura quasi mistica.
Il rumore del mare è una presenza viva, che
plasma continuamente questa soglia. Ogni onda ridisegna i contorni del confine,
spostando pezzi di legno, scavando nella sabbia, facendo nascere e morire
barriere naturali. Il mare è come un vecchio pittore instancabile, che dipinge
paesaggi irregolari e sempre nuovi, senza un cuore umano a contenerli.
In questo territorio liminale, la solitudine è
colma di significati. Non è vuoto, ma pieno di tensione, di una forza
primordiale che respira, che chiama a fermarsi e a sentire, a osservare quel
dialogo continuo tra mare e terra, tra presenza e assenza. Qui la natura parla
in ogni granello di sabbia, in ogni tronco ammucchiato, una testimonianza di
sopravvivenza, di trasformazione.
Sono luoghi in cui l’anima si può perdere e
ritrovare, sospesa tra ciò che e stato e ciò che sarà, in un eterno mutamento.
La spiaggia selvaggia invernale, custode di segreti antichi, mosaico di vuoti
pieni di storia, invita a riflettere sul fragile confine tra uomo e natura, e
sul rispetto che questa forza indomita merita.
“Liminalità – Sulla soglia”
è una mostra fotografica in bianco e nero composta da oltre 90 immagini
dedicate agli spazi di passaggio, reali e simbolici. L’assenza di colore
intensifica emozioni e tensioni sottili, invitando lo spettatore a rallentare e
a concentrarsi su ciò che accade “nel mezzo”. La mostra esplora i momenti di
transizione, ciò che sfugge al controllo, costruendo un racconto sospeso che
vive tra un passo e il successivo.
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