giovedì 25 luglio 2013

La Fabbrica di Birra Pedavena (BL)

Le Origini
La Fabbrica Nasce ne 1887 per opera dei fratelli Luciani, Sante, Luigi e Giovanni, 
originari di Forno di Canale d' Agordo, un piccolo paese in provincia di Belluno.
Nel primo decennio di vita i livelli produttivi della fabbrica furono in continuo aumento.
Gli anni della Grande Guerra 1915/18 infersero un duro colpo alla fabbrica: fu talmente saccheggiata che solo i muri rimasero integri.



Nel 1918 i fratelli Luciani ritornarono a Pedavena e iniziarono l'opera di ricostruzione.
Nella primavera del 1920 la produzione sfiorò i 20.000 ettolitri.
Nei seguenti anni il gruppo si affermò ben presto fra i primi posti a livello nazionale.
Nel 1922 fu fondata la Malteria, nel 1925 il gruppo fondò "Bovis", azienda del settore alimentare che produceva condimento estratto dal lievito di birra, ricco di proprietà nutritive e vitaminiche.

Dal punto di vista produttivo un'iniziativa importante fu compiuta nel 1929 con l'attivazione sul torrente Colmeda in Val di Faont, a monte di Pedavena di una centrale idroelettrica.
Il passo decisivo tuttavia, avvenne nel 1928 mediante l'incorporamento della Fabbrica Birra Dreher di Trieste, della Birra Venezia e di altre birrerie. 

Negli anni successivi si alternarono periodi difficili e anni di ripresa frenati, però dallo scoppio della seconda guerra mondiale.
Il secondo dopoguerra fu segnato da un'intensa attività di ricostruzione, fu realizzata la magnifica Sala Cottura, che ancora oggi si può ammirare, completata con mosaici e stucchi che a distanza di oltre 60 anni conservano ancora il loro splendore.
 
























Il passaggio all'Heineken

Alcune difficoltà iniziarono però fra la fine degli anni 60 e il 1974. problemi gestionali e agitaziuoni sociali causarono un drastico ridimensionamento dell'azienda, che provocarono l'inevitabile crollo societario e la vendita da parte della famiglia Luciani alla multinazionale Heineken.
NEl Settembre 2004 Heineken Italia annuncio l'intenzione di chiudere lo stabilimento di Pedavena. La notizia provocò subito grande mobilitazione non solo dei lavoratori , ma anche della popolazione locale e non. Nonostante l'annuncio della chisura, la Birra Pedavena riceveva ancora riconoscimenti in sedi internazionali per la qualità del prodotto.











La risoluzione del caso

Nel Settembre del 2005 un pool di imprenditori Veneti e Friulani si dimostrarono interessati all'acquisto dello stabilimento. Il 30 Settembre della stesso anno la sirena che per più di un secolo aveva scandito la vita del paese,
suonò per l'ultima volta, ad un'ora insolita: le 4 del pomeriggio.
La Fabbrica di Birra Pedavena, fondata nel 1897, chiudeva i battenti.












L'11 Gennaio 2006, dopo diverse difficoltà, intensi incontri al Ministero, mobilitazioni da parte dei lavoratori e della comunità, arriva la notizia tanto attesa: Heineken Italia aveva venduto la Fabbrica Birra Pedavena alla Birreria Castello di san Giorgio di Nogaro (UD), che e subentrata alla multinazionale Olandese nell'Aprile del 2006.







Fonte Wikipedia                                                                 Fotografia di Sergio Sartori afi bfi







mercoledì 10 luglio 2013

Ex Ospedale Psichiatrico di Granzette …..invasioni vegetali

Il progetto del manicomio di Rovigo nasce nel 1906, ad opera del Consiglio Provinciale che decise di aprire un Ospedale Psichiatrico a Rovigo, per riunirvi tutti i pazienti polesani con problemi mentali che fino ad allora si trovavano sparsi in 41 Ospedali in tutta Italia.
La superficie totale dell’area prescelta, tra fabbricati (fra cui 9 padiglioni) viali, cortili, giardini e colonie agricole, equivaleva a 20 ettari, duecentomila metri quadrati.
L’apertura ufficiale dell’Ospedale Psichiatrico avvenne però solo il 20 marzo del 1930, poiché varie vicissitudini e sospensioni, tra cui l’utilizzo dell’area durante la I Guerra Mondiale da parte dell’Amministrazione Militare, ne ritardò i lavori di costruzione.
La struttura fu progettata e creata per ospitare 400 persone, ma in realtà finirà poi per ospitarne circa 700.
Dal 1930 al 1980, l’Ospedale Psichiatrico di Granzette svolse la funzione di “ricovero e cura” dei pazienti psichiatrici per tutta la provincia di Rovigo (non potendo più accogliere nuovi malati per la legge psichiatrica allora in vigore), divenendo così una vera e propria “istituzione totale”.
Le cure dei pazienti psichiatrici all’epoca erano di tipo coercitivo e violento, venivano infatti praticati l’elettrochoc e l’insulinoterapia.
Nel dicembre del 1997 la struttura viene definitivamente chiusa.
Da allora l’intera area è dismessa e la struttura si trova in stato di completo abbandono (con l’eccezione di tre padiglioni ancora abbastanza conservati che sono usati dall’Asl 18 come depositi e archivi).

Durante la II Guerra Mondiale l’Ospedale Psichiatrico di Rovigo fu anche usato dai nazi-fascisti per rinchiudervi alcuni prigionieri e nel 1944 la struttura subì l’occupazione delle truppe tedesche che ottennero l’utilizzo del padiglione di isolamento per i propri scopi bellici (documenti storici riportano che i soldati tedeschi usarono l’Ospedale di Granzette come postazione antiaerea).
Tutto questo mentre nella struttura erano ricoverati i pazienti che non solo erano costretti a subire le terribili cure dell’epoca, ma si trovavano anche ad affrontare oltre al disagio provocato dalla propria malattia mentale anche incursioni aeree militari che provocavano feriti tra personale ospedaliero e malati stessi, e poi ancora rapine, requisizioni, furti di medicinali,
attrezzature, oggetti personali e molto altro.
L'ultima esplorazione (Luglio 2013) vuole far vedere come la natura sta riconquistando (invadendo) le strutture del sito, e la scelta dell'infrarosso vuole dare più incisività alle immagini rendendo visibili particolari che altrimenti si confonderebbero nel fitto bosco abitato da Gufi, Volpi, Picchi, Upupe e Biachi o Carbonassi.
Sergio Sartori afi bfi






































































Storia e leggende dal manicomio di Granzette

 Una appendice storica, con leggende attuali, alle “Cronache dal manicomio di Granzette”: il manicomio durante la guerra 1940-45, il tesoro dei tedeschi, il deposito sotterraneo, la “ma-donnina del manicomio”, urla manicomiali di luna piena, manicomio “zona d’ombra”, il “guardia-no” del manicomio, la mappa dell’”isola del mani-comio”, infermieri – ladri – teppisti e “stalker”, visioni fotografiche.