"Tracce di silenzio"
Ogni oggetto
abbandonato è un frammento di tempo sospeso. Nelle fotografie, la ruggine
racconta storie di mani che non stringono più, di voci che si sono spente nel
vento. Una sedia rosa, una poltroncina con lo sguardo vuoto, un betoniera
ferma da anni — sono tutti monumenti discreti all’oblio.
Il disfacimento
non è solo perdita, ma trasformazione. Il legno che si sfalda, il metallo che
si ossida, la carta che ingiallisce: sono i nuovi linguaggi della materia, che
lentamente si riappropria di ciò che le era stato sottratto.
In queste
immagini non c’è solo decadenza, ma anche una bellezza segreta. Una poesia
fatta di crepe, polvere e silenzio. Guardarle è come ascoltare un sussurro
antico, che ci ricorda quanto tutto sia fragile — e per questo, profondamente
umano.
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