https://www.youtube.com/watch?v=aIOjGf87MNY
23 novembre 2021
07 novembre 2021
Palazzo Baggio a Marostica
Palazzo Baggio a Marostica
Fotografie degli anni 70 di Sergio Sartori
Si tratta di un edificio risalente al 1908
L’edificio è stato recentemente
ristrutturato dopo anni di abbandono e di alterne vicende che hanno visto
spesse volte divisi i consiglieri comunali per la sua destinazione. Ma andiamo
per ordine. Palazzo Baggio, anzitutto è il fabbricato che sorge subito al di là
dell’incrocio semaforico del Castello inferiore di Marostica, sulla strada per
Mason. La sua storia è piuttosto travagliata perché, nel corso del secolo,
passato da poco, ha avuto varie destinazioni.
«L’edificio era sorto verso il 1908 come fabbrica per cappelli di
paglia – La destinazione artigianale però è durata poco».
Nel novembre del 1941 il palazzo è stato messo a disposizione del 51° battaglione bersaglieri per l’istruzione, prima dei graduati di truppa e, successivamente, degli ufficiali. Il 5 luglio del 1943, il battaglione ha lasciato definitivamente la città scaligera. In seguito è diventato un ovattificio e quindi una fabbrica di cioccolato. Verso la fine degli anni sessanta e diventato sede di alcuni laboratori di abbigliamento e magazzino della Belfe alla fine degli anni 70 è stato dismesso ed il Comune lo ha acquistato negli anni ottanta.
«La storia interessante – ci spiega l’architetto Duccio Dinale –
riguarda la scheda che il Comune fece e che era volta alla demolizione del
fabbricato per lasciare libere le mura. L’Amministrazione Zanforlin decise
invece di mantenerlo con l’intento di spostare la sede municipale da Via
Tempesta per cui è stata cambiata la scheda del centro storico per fare posto
alla ristrutturazione dell’edificio, come esempio di archeologia industriale.
Al riguardo però le posso dire che a Marostica, come esempi di archeologia
industriale avevamo sicuramente degli stabili più significativi di questo.
Posso anche aggiungere, come architetto, che, dal punto di vista
architettonico, al di là della facciata con bifore e finestre ad arco, gli elementi
più significativi dell’edificio erano delle colonnine in ghisa a piano terra e
al primo piano dell’insediamento, realizzato fra l’altro tutto in acciaio
e ghisa con il perimetro in mattoni, ma che sono state tolte. L’unica cosa che
è stata conservata, come archeologia industriale, sono state la facciata e la
copertura in legno».
Da: https://ladomenicadivicenza.gruppovideomedia.it/a_ITA_3992_1.html
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06 ottobre 2021
18 luglio 2021
Villa Bellati
Villa Bellati, detta "Le Case", è un'imponente villa veneta situata a Vignui di Feltre. È situata in località Le Case, lungo un pendio che domina il piccolo borgo di Umin e in posizione panoramica verso la conca Feltrina. Caratterizzata da elementi tipologici e architettonici unici nella provincia di Belluno, è stata costruita su commissione del filosofo umanista Giovanni Bellati nel 1703, sotto il patrocinio di san Giuseppe al quale venne dedicato l'oratorio annesso. Per le sue peculiarità è ritenuta una delle ultime grandi e significative realizzazioni locali nell'ambito delle dimore di campagna costruite dal ceto aristocratico. Le prime testimonianze della costruzione di Villa Bellati risalgono al 1671 con l'atto di compravendita di una porzione di beni comunali da parte di Agostino Bellatto. Venne ricostruita agli inizio del XVII ad opera di Giovanni Bellati partendo dall'edificio preesistente di cui ritroviamo ancora nel corpo centrale della villa una facciata su tre piani dal classico impianto tripartito delle aperture. Numerose fonti storiche documentano come Villa Bellati sia stata luogo di villeggiatura per diverse persone di spicco come Valerio Bellati, in seguito consacrato vescovo da Papa Benedetto XIII, che visse al suo interno tra il fine seicento e inizio settecento, raccogliendo una vastissima e ricca biblioteca. Gioacchino Bellati invece, verso la fine del settecento, la scelse come luogo di villeggiatura ma soprattutto come luogo ideale per i suoi studi filosofici. Verso la metà dell Ottocento fu Giambattista Bellati ad andarci a vivere portando con sé la passione agricola che determinò un importante impulso all'economia agricola della zona. Si concentrò sulla lavorazione della sete portando varie modifiche al giardino della Villa dovute alle piantagioni. Successivamente nel Novecento, la Villa venne trasformata in un preventorio per ragazzi ed è in questo momento che subisce delle modifiche dovute alle nuove esigenze funzionali che richiedevano un ambiente a sfondo ospedaliero. L'uso da privato è diventato pubblico, destino che raggiunse quasi tutte le ville molto grandi presenti nella provincia. Fu completamente restaurata intorno al 1850 da Giovanni Battista Bellati che ampliò l'ala occidentale con la caratteristica torre merlata. Gravemente danneggiata durante il primo conflitto mondiale e ripristinata nell'immediato dopoguerra, la villa giunse ad Ada, ultima della casata Bellati a possederla. Dal 1981 la villa si trova in stato di abbandono.
https://it.wikipedia.org/wiki/Villa_Bellati




































































