sabato 28 marzo 2020
Cementificio di Castellavazzo (BL)
Lo stabilimento si trova a nord dell’ abitato di Castellavazzo, ai margini della tratta
ferroviaria Ponte nelle Alpi – Calalzo. Attualmente inattivo, il cementificio di
Castellavazzo utilizzò, nel periodo produttivo (1912-1978) più siti estrattivi di
marna e calcare da cemento dislocati nel territorio comunale, di cui rimangono tutt’
ora le testimonianze.
Il complesso venne fondato nel 1912 dalla società “Calce Bellunese” di Belluno”
Nel 1943, alla Società Anonima Cementeria di Castellavazzo, che fino ad allora
aveva prodotto materiali in quantità modesta, subentrò l’ unione Cementi Marchino
& C., che procedette alla riorganizzazione e all’ ampliamento delle lavorazioni.
Negli anni ’50 a fronte della crescente richiesta di cemento per la costruzione delle
numerose dighe del bellunese, la società potenziò le strutture, affiancando agli
opifici del vecchio impianto un nuovo complesso produttivo. La mancanza di spazi
liberi che potessero consentire di installare i più redditizi forni orizzontali penalizzò
la competitività dello stabilimento, che già a partire dagli anni ’60 andò
progressivamente diminuendo l’ attività. Nel 1978, la ditta proprietaria (Unione
Cementerie Marchino) chiuse definitivamente l’ attività provvedendo allo
smantellamento delle strutture.
All’ interno del cementificio si possono individuare due zone distinte: a quota più
elevata è insediato l’ antico nucleo produttivo (1912-1953), costituito
sostanzialmente dal complesso dei forni, dei frantoi e di una serie di locali connessi
al loro funzionamento. Più in basso si riconosce la più recente espansione
industriale, che comprende il sistema dei mulini, la centrale di spedizione e alcuni
capannoni, un tempo adibiti allo stoccaggio del clinker. L’ impianto preserva una
veste suggestiva dovuta al complesso svolgimento del processo produttivo che
caratterizza una volumetria estremamente singolare, costituita dall’ articolazione
delle masse, sollevamento delle altezza e dalla complessità delle sezioni.
Si discosta da questa “forma” prettamente industriale e ardita la costruzione
probabilmente adibita ad abitazione padronale, inserita in una folta vegetazione da
giardino, ormai a crescita incontrollata, il cui scalone di accesso presenta interessanti
motivi decorativi realizzati con colate di calcestruzzo in stampi a motivi vegetali.
Interessante da notare anche il raccordo ferroviario con la sottostante e vicina
stazione di Castellavazzo, sottopassante la strada di accesso al complesso.
Complesso, che per la sola parte abitativa, presumibilmente in quello che era l’
alloggio di maestranze e guardiano risulta attualmente ancora presidiato
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