Tomba Brion ad Altivole 2022
Il capolavoro di Carlo Scarpa
Appena riportato all’originaria bellezza, il complesso architettonico è un capolavoro assoluto di modernismo, arte veneziana e filosofie orientali ispirati al tema dell'amore assoluto.
Quando si giunge al piccolo cimitero di San Vito, frazione di Altivole in provincia di Treviso, si capisce subito di essere di fronte a qualcosa di inusuale: giovani armati di Rolleiflex a pellicola in bianco e nero, creativi di ogni nazionalità, professori universitari, e persino Brad Pitt in incognito durante una recente visita alla Biennale, si alternano dall’alba al tramonto per cogliere i mille orizzonti di luce del capolavoro di Carlo Scarpa, la Tomba Brion.
Il complesso architettonico, appena riportato all’originaria bellezza grazie ad un restauro conservativo conclusosi nell’aprile 2021, rappresenta un inno al vero amore che si compie prima nella conoscenza del sé e poi nell’unione simbiotica con l’altro.
Se vuoi essere felice per tutta la vita, fatti un giardino. (Carlo Scarpa)
E’ in quest’opera che l’immenso Carlo Scarpa – artista, pittore, creativo, illusionista, artigiano, architetto per laurea ad honorem – ha condensato tutto il suo sapere, da quando, sin da bambino affascinato da simmetrie ed edifici classici, decide di iscriversi all’Accademia di Belle Arti di Venezia. Una città che, come dirà lui stesso, lo plasma nell’anima e nella creatività, sviluppando all’estremo la sua naturale inclinazione per il dettaglio e la trasformazione della materia, l’amore per il vetro, l’oro e le influenze bizantine, l’ossessione per l’acqua e i colori.
Un DNA artistico che negli anni coniugherà con le influenze contemporanee, come il modernismo di Wright e Le Corbusier, e le sue passioni come quella per il Giappone. Ed è proprio quest’ultima la più evidente ispirazione del progetto monumentale commissionato nel 1969 da Onorina Tomasin per ricordare il marito Giuseppe Brion, un lavoro che Scarpa accettò solo dopo aver ricevuto parola dalla vedova che non si sarebbe mai risposata, considerando, quindi, Giuseppe l’unico amore della sua vita. Con lui aveva fondato il brand Brionvega, celebre per aver innovato nel settore del design con oggetti cult come la Radio Cubo e il televisore portatile Doney, oggi esposti al MOMA di NY.
Progettata proprio a cavallo del suo primo viaggio in Giappone, anche se in realtà Scarpa ne era già un grande conoscitore, Tomba Brion rappresenta forse il progetto più amato dall’architetto tanto da impegnarlo nella sua costruzione dal 1970 al 1978, anno in cui muore in seguito ad una caduta dalle scale proprio a Sendai in Giappone. Un destino che rende ancora più intima e intensa la visita al complesso funerario che Scarpa aveva indicato nel suo testamento anche come suo personale luogo di sepoltura.
La visita del complesso inizia dall’entrata del Cimitero: un vialetto conduce ad un pino piangente che avvolge l’ingresso dove, seguendo un gioco di simmetrie e ricerca prospettiva, fil rouge dell’architettura scarpiana, inizia il nostro viaggio. Qui ci accoglie quella che è diventata l’icona più forte della Tomba: due cerchi che si incrociano, a simboleggiare Ying e Yang, gli opposti che si incontrano, l’uomo e la donna che si uniscono romanticamente, fondendosi in un’unica anima.
<a href="https://venetosecrets.com/arte-stile/tomba-brion-il-capolavoro-di-carlo-scarpa/" rel="noreferrer nofollow">venetosecrets.com/arte-stile/tomba-brion-il-capolavoro-di...</a>