venerdì 31 maggio 2013

Ospedale al Mare - Lido di Venezia 1° parte







L'Ospedale al Mare, costruito nel 1933 con Regio Decreto, inizialmente assunse il ruolo di struttura elioterapica particolarmente adatta in una realtà come il Lido di Venezia, sei anni più tardi venne riconosciuto "ospedale specializzato di prima categoria".
Negli anni crebbe di valore ed importanza arrivando  ad occupare 1500 persone tra personale medico e tecnico, i degenti provenivano da tutta Italia e anche dall'Estero.



















La decadenza iniziò a fine anni 70 con la chiusura dei reparti nell'isola di Poveglia e con il trasferimento della direzione sanitaria al Lido.
Una ulteriore inpennata ci fu nel 1998 con il progressivo smantellamento del monoblocco. 

Questa prima serie di immagini mostrano quello che resta dell'ex reparto maternità, ostetricia  (45°25'17.63"N 12°22'50.25"E)  diviso dal blocco maggiore da Via Ospedale Marino, ma collegato tramite passaggio sotterraneo.

di Sergio Sartori Afi Bfi







































martedì 28 maggio 2013

La vecchia cava della Caolino Panciera


La Valle dell’Orco si inserisce in un paesaggio più ampio che è il Tretto.
L’altopiano del Tretto , come si sente dire ,è un susseguirsi di querceti , faggeti, boscaglie lasciate a se stesse e di prati. Frequenti sono anche le cenosi (= complesso di piante che vivono in un determinato ambiente )di Carpino nero.
La Valle dell’Orco presenta una vegetazione molto fitta e rigogliosa. La presenza di molta acqua facilita la crescita delle piante e di un sotto bosco differenziato.
Le specie che si incontrano più frequentemente sono il Faggio e il Carpino Nero, usate per lo più come legna da ardere, il Nocciolo, il Sambuco , la Robinia e il Tiglio.
Si possono trovare anche piante di Noce e di Ciliegio.
La valle appare selvaggia e trascurata dall’uomo; la natura ha ripreso i prati ed i terrazzamenti costruiti nel secolo scorso. Una passeggiata lungo il sentiero a fondo valle risulta semplice ma la vegetazione florida copre e nasconde il sentiero in molti punto tanto da rendere dubbio il percorso.


IL CAOLINO
Nella Valle dell’Orco viene svolta un’importante attività mineraria, sono presenti infatti delle cave per l’estrazione della Caolinite, un minerale argilloso di alluminio caratteristico per il suo colore bianco e per la consistenza tenera quasi terrosa. 
Il suo nome deriva da Kao-Ling (colline bianche), in Cina, dove veniva utilizzato sin dal 1000 a.C. per la manifattura delle porcellane. Le prime notizie sul caolino risalgono all’inizio del 1500, ma la tradizione parla di tempi molto più antichi. 
Il caolino fu per lungo tempo un sottoprodotto dell’estrazione dell’argento e anche in seguito vennero utilizzati gli stessi sistemi di gallerie. Il prodotto, molto apprezzato per ceramiche di pregio, veniva venduto a Venezia, Bassano e Faenza ma anche in Austria e Germania.
A metà ‘800 erano attive al Tretto più di 40 cave, in cui lavoravano circa 200
operai in inverno e 150 in estate. Nel 1909 il caolino estratto nel Vicentino copriva quasi la metà della produzione italiana.
Negli ultimi anni la sua importanza economica è cresciuta molto, facendolo diventare assai ricercato, in quanto non inquina e trova applicazione in numerosissimi campi: serve per fare la carta, le plastiche, le vernici,
delle preziose ceramiche, addirittura viene utilizzato per produrre farmaci e cosmetici. 
La Caolinite si forma per alterazione di minerali da alluminio, i feldspati (KAlSi308) contenuti nelle rocce vulcaniche da parte di fluidi caldi che circolano nel sottosuolo.


La storia della cava di caolino, "la terra bianca del Tretto" utilizzata per la fabbricazione di porcellane, ceramiche e mattonelle, ha origini antiche. Le prime notizie risalgono al 1502, ma la tradizione fa risalire l'attività a periodi anteriori. Nel 1908, grazie all'acquisizione da parte della famiglia Panciera, di origini trentine, nacque la società Caolino Panciera che grazie ai consistenti capitali riuscì in breve tempo ad ammodernare gli impianti di lavorazione, trasformandosi nel principale mezzo di sussistenza della zona, garantendo a molte famiglie un salario fisso. Nel 1987 la Caolino Panciera e stata rilevata dalla multinazionale Emil Ceramica di Sassuolo, che dopo la recente crisi economica ha abbandonato questo settore, ora il sito e di proprietà del Comune di Schio.